Il centro missionario diocesano

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Il Centro Missionario Diocesano è anzitutto un luogo di spiritualità missionaria. La spiritualità missionaria è una dimensione essenziale della spiritualità cristiana, in quanto è la consapevole assunzione dell’amore di Dio per il mondo. A monte di ogni sua attività c’è lo studio, la meditazione e la preghiera per la missione ricevuta dal Signore nel Battesimo e nelle successive chiamate; e perché studio, meditazione, preghiera devono accompagnare ogni suo momento ed evento. Le azioni di base della pastorale missionaria a livello locale sono animare, cooperare e formare.

ANIMARE: coltivare il dono della fede, ricevuto nel Battesimo, in tutti i suoi elementi coincide con il coltivare anche la vocazione missionaria propria di ogni cristiano. L’animazione missionaria ha proprio questo compito e ha come suoi soggetti la famiglia cristiana, insieme a tutti gli altri educatori della fede; quindi, la parrocchia in tutte le sue componenti e in tutte le sue attività.

COOPERARE: varie forme della cooperazione missionaria ebbero un particolare sviluppo nel XIX secolo, quando nacquero le Opere Missionarie. la cooperazione missionaria è attuata dal cmd si ispira al documento conciliare Ad Gentes n.37. “Poiché il Popolo di Dio vive nelle comunità, specialmente diocesane e parrocchiali, e in esse in qualche modo appare visibile, tocca a queste comunità rendere testimonianza a Cristo di fronte alle genti. La grazia del rinnovamento non può avere sviluppo alcuno nelle comunità, se ciascuna di esse non allarga la vasta trama della sua carità fi no ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri. È così che l’intera comunità prega, coopera, esercita un’attività tra le genti attraverso quei suoi fi gli, che Dio sceglie per questo nobilissimo compito. Sarà quindi utilissimo mantenere i contatti, senza tuttavia trascurare l’opera missionaria generale, con i missionari che in questa stessa comunità hanno avuto origine, o con una parrocchia o con una Diocesi di missione, perché divenga visibile la comunione tra le comunità con il vantaggio di una reciproca edificazione”.

FORMARE: gli orientamenti pastorali della CEI per il decennio 2011-2020 fanno dell’educazione il loro fondamentale obiettivo, con un riferimento esplicito al Vangelo: Educare alla vita buona del Vangelo. Fra “le molteplici dimensioni dell’azione educativa” che “lo Spirito del Signore Gesù suscita e alimenta” viene citata proprio la dimensione missionaria: “Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fi no ai confini della terra” (At 1,8). È lo Spirito a formare la Chiesa per la missione, la testimonianza e l’annuncio. Grazie alla sua forza, la Chiesa diventa segno e strumento della comunione di tutti gli uomini tra loro e con Dio, manifesta l’amore fraterno da cui ciascuno può riconoscere i discepoli del Signore (cfr. Gv 13,35) e proclama in ogni lingua le grandi opere di Dio tra i popoli (cfr. At 2,9-11)” (n. 24 b). Di questa dimensione dell’educazione cristiana il CMD diventa direttamente responsabile nella Chiesa locale.

Non esiste una precisa delimitazione fra animazione, cooperazione e formazione: ogni momento e ogni segno di animazione devono essere formativi; così ogni atto di cooperazione deve avere una valenza educativa; e gli atti di cooperazione che diseducano vanno eliminati, anche se portano vantaggi economici.

 

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